
Mindfulness

Quì ed ora.
La mindfulness è una pratica di consapevolezza che consiste nel portare attenzione, in modo intenzionale e non giudicante, al momento presente. Significa essere pienamente presenti in ciò che stai facendo, sentendo o pensando, senza fuggire né reagire automaticamente.
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A cosa serve?
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Riduce stress e ansia.
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Aiuta a gestire emozioni difficili.
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Migliora concentrazione e benessere.
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Favorisce una maggiore connessione con sé stessi.
Ma cosa succede quando, nonostante tutti gli sforzi, questa definizione sembra non bastare?
È proprio da questa domanda che è iniziata la mia riflessione personale.
Quando la mindfulness non basta: il mio percorso
Negli ultimi anni mi è stato spesso consigliato di praticare la mindfulness come strumento per ritrovare calma e presenza. L’ho fatto, più volte, con serietà e apertura. Eppure... qualcosa dentro di me continuava a non trovare pace.
Mi sono sentita in colpa per questo. Come se fossi io a non "funzionare", come se la difficoltà a calmarmi fosse l’ennesima prova di un malessere più profondo.
Ma col tempo — e ascoltandomi davvero — ho cominciato a intuire che forse non ero sbagliata io, ma il modo in cui mi veniva proposta la mindfulness non era adatto a me.
La versione occidentale di questa pratica, quella più diffusa e tecnica, spesso si concentra su esercizi precisi: respiro, body scan, osservazione dei pensieri. E va benissimo così: è uno strumento valido, riconosciuto, e per molte persone rappresenta un grande aiuto.
Ma per me... mancava qualcosa.
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Una pratica viva, non una tecnica
Col tempo ho capito che ciò che cercavo non era semplicemente “calmarmi”, ma ritrovare un senso, una direzione, una coerenza interna. E che il mio stato di agitazione spesso nasceva non da un eccesso di pensieri, ma da un vuoto di significato.
Non voglio mettere in discussione chi mi ha seguita o consigliata finora — ho grande rispetto per il lavoro dei professionisti che mi hanno accompagnata.
Ma il mio sentire, a volte confuso ma sincero, non trovava spazio nei protocolli. Sembrava quasi un errore da correggere, anziché un messaggio da decifrare.
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Oggi per me mindfulness significa…
Oggi la mindfulness per me è qualcosa di diverso.
È ascolto profondo. È chiedermi: di cosa ho davvero bisogno, ora?
È accorgermi che a volte, invece di restare ferma a osservare, ho bisogno di fare, creare, dare forma a ciò che sento.
È presenza, sì.
Ma è anche movimento, verità, intenzione.
Non una tecnica da applicare, ma un modo di vivere con autenticità, giorno dopo giorno, momento dopo momento.
3 cose che ho imparato da questo cambiamento
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Se la calma ti agita, ascolta meglio il tuo fuoco.
A volte l’ansia è solo un messaggio mal compreso. -
Non sei sbagliat* se non ti basta stare ferm*.
Alcuni trovano centratura nell’azione ispirata, non nell’immobilità. -
Il sentire è più intelligente di quanto pensi.
Fidati. Anche se non è chiaro subito, ti sta guidando da qualche parte.
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Quindi, cos'è per me la Mindfulness?
Per me, la mindfulness non è solo una pratica.
È una scelta di presenza radicale in un mondo che ci spinge a spegnerci.
È avere il coraggio di sognare, anche quando tutto intorno ti dice di rassegnarti, di accettare che “la vita è questa” e che bisogna sopravvivere, non vivere davvero.
È rifiutare l’idea che esista una sola strada, una sola identità da costruire, un’unica cosa da fare per sempre.
Per me, la stabilità non è restare fermi, ma sentirmi libera di evolvere senza tradirmi.
Mindfulness, per me, è desiderare connessioni autentiche, profonde, che nutrono. Non chiacchiere da bar, non maschere sociali, ma spazi in cui posso respirare a fondo ed essere me stessa, senza filtri.
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La mia versione di Mindfulness
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Ho preparato tre brevi testi scaricabili che raccontano la mia personale visione della mindfulness.
Non sono verità assolute, ma spunti.
Piccole direzioni da cui ripartire, se stai cercando qualcosa di più autentico, tuo.
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Clicca sul titolo per avviare il download e custodiscili come talismani, da consultare quando senti il bisogno di un momento di riflessione.




