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Il viaggio degli eroi

  • Immagine del redattore: Alessia Chiricolo
    Alessia Chiricolo
  • 13 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 28 set

Dopo aver imparato a ascoltare i messaggi dell’ anima e a riconoscere le emozioni come guide invece che ostacoli, il passo successivo è capire come queste indicazioni interiori ci accompagnano nel nostro percorso di vita.


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È in momenti come questi, quando sentiamo il richiamo del cambiamento o affrontiamo sfide che ci mettono alla prova, che possiamo cogliere un principio importante di cui sono convinta: ogni vita difficile ha uno scopo e un lieto fine possibile. Le difficoltà, per quanto pesanti, non sono fini a se stesse, ma tappe necessarie di quello che Jung definisce “il Viaggio dell’Eroe”, una narrazione universale che parla di trasformazione, caduta e rinascita. Non è solo una struttura narrativa presente nei miti o nei film (Star Wars o Il Signore degli Anelli), ma una mappa psicologica che descrive le fasi interiori di ogni processo evolutivo.


Lo abbiamo visto anche nelle vite di persone famose: J.K. Rowling, che ha attraversato povertà e depressione prima di scrivere Harry Potter; Steve Jobs, che ha conosciuto il fallimento e l’allontanamento dalla propria azienda prima di rivoluzionare la tecnologia; Oprah Winfrey, che ha superato un’infanzia difficile per diventare una delle donne più influenti del mondo. Come loro, anche noi possiamo riconoscere nei momenti di sfida l’inizio di un viaggio di crescita, dove ogni ostacolo ci insegna qualcosa di fondamentale su chi siamo e su chi possiamo diventare. Ogni tappa del viaggio, secondo Jung, è guidata da uno dei 12 archetipi (modelli universali di comportamento).



La Chiamata

Il Viaggio comincia con una chiamata all’avventura. Può arrivare sotto forma di disagio, desiderio, stanchezza, confusione. È il momento in cui qualcosa dentro di noi dice:

“Così non basta più. C’è qualcosa di più grande da scoprire.”

L’Eroe spesso all’inizio rifiuta la chiamata. Ha paura. È normale. Ma poi accade qualcosa – un incontro, una spinta, una crisi – e l’Eroe accetta di partire.

Qui si attivano gli archetipi dell’Innocente (fiducia), del Ribelle (rottura) e dell’Esploratore (partenza).


Le Prove e la Discesa

Lungo il cammino, l’Eroe incontra prove, nemici, ostacoli. A volte esterni, a volte interiori. Deve lasciare andare illusioni, affrontare paure, riconoscere le sue ombre. È il momento della morte simbolica: la vecchia identità si frantuma.

In questa fase si attivano:

  • l’Eroe, che combatte

  • il Mago, che trasforma l’esperienza in visione

  • il Custode, che protegge ciò che è essenziale

  • il Saggio, che osserva e guida da dentro

Questo momento è duro, ma sacro: l’Eroe si fa spazio per la sua rinascita.


La Rivelazione e il Dono

Dopo il punto più profondo (detto “abisso”), qualcosa si apre. Una intuizione, un senso di connessione, una nuova visione di sé. È la conquista del dono: un talento, una verità, una nuova versione di sé più autentica.

L’Amante (che riconnette col cuore), il Creatore (che dà forma nuova), il Saggio (che comprende) accompagnano questo momento.


Il Ritorno

L’Eroe torna nel mondo quotidiano, ma non è più lo stesso. Porta con sé un dono per gli altri, anche se spesso nessuno capisce davvero cosa ha vissuto. È la fase in cui l’esperienza personale si fa trasmissione: ispirazione, insegnamento, presenza.

Torna in scena il Sovrano, che costruisce con saggezza ciò che ha scoperto .

Oppure il Burlone, che porta leggerezza dopo la tempesta.


Il viaggio è ciclico, non lineare

Il Viaggio dell’Eroe non accade una volta sola. È un movimento interiore che può ripetersi in ogni grande fase della vita: una fine, un inizio, un trauma, una scelta.


E tu, in che tappa sei del viaggio? Raccontamelo nei commenti!


 
 
 

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