Ipersensibile, non fragile
- Alessia Chiricolo

- 11 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 26 set
"Lascia correre, non prenderla sul personale..."
Ma come si fa, quando ti accorgi anche di quello che gli altri non vedono?”

Cos’è l’ipersensibilità?
L’ipersensibilità non è una malattia. Non è un capriccio. È un tratto temperamentale innato che riguarda circa il 20% della popolazione.
La psicologa Elaine Aron la definisce “high sensitivity” e l’ha studiata per anni, individuando alcune caratteristiche comuni tra le persone altamente sensibili (HSP – Highly Sensitive Person o P.A.S. in italiano) :
Una profondità di elaborazione emotiva: pensi tanto, senti tanto, vivi tutto intensamente.
Una forte empatia: ti immedesimi negli altri con facilità, fino a confonderti con le loro emozioni.
Una grande sensibilità agli stimoli esterni: luci forti, rumori, confusione, affollamenti ti scaricano.
Una tendenza al sovraccarico emotivo: hai bisogno di solitudine e silenzio per recuperare.
Come si manifesta?
Essere ipersensibili è come avere una pelle sottile anche sull’anima. Ecco alcune cose che accadono — spesso — senza che gli altri le vedano:
Senti l’umore di una persona appena entra nella stanza.
Noti i dettagli più piccoli, i non detti, le sfumature.
Ti commuove una frase, una musica, un gesto gentile.
Soffri per le ingiustizie anche quando non ti riguardano direttamente.
Ti sovraccarichi facilmente e hai bisogno di “sparire” per ricaricarti.
A volte basta uno sguardo storto per farmi venire il nodo in gola. O una vibrazione di tensione in una stanza, anche se tutti sorridono. Non è debolezza. È che io sento anche quello che non viene detto.
Non sei troppo. Sei solo più sveglia emotivamente.
Per anni ho pensato di essere sbagliata. Troppo emotiva. Troppo sensibile. Troppo intensa. Poi ho capito: non ero io a essere sbagliata. Era il metro con cui mi misuravano che non funzionava.
In un mondo che premia la velocità, l’efficienza, il “vai avanti e non pensarci”, sentire tutto… è un atto rivoluzionario.
L’ipersensibilità è un dono. Ma solo se te ne prendi cura.
Quando non la conosci, l’ipersensibilità ti logora. Ti fa vivere sulla difensiva.
Ti fa pensare di dover essere diversa, sbagliata.
Quando inizi a riconoscerla e a rispettarla, però, diventa una guida profonda. Ti aiuta a creare relazioni autentiche, a vivere con intensità, a vedere la bellezza nelle piccole cose.
Non siamo qui per essere indifferenti. Siamo qui per sentire. Anche se a volte fa male. Anche se ci espone. Anche se ci rende più fragili… e al tempo stesso più veri.
Se ti riconosci in queste parole…
… sappi che non sei solo, e non sei sbagliato. Essere ipersensibili non è un limite: è un linguaggio più profondo. Una pelle in più. Un radar che ti connette al mondo in modo speciale. Ciò che ti ha fatto sentire debole, con il tempo, può diventare la tua più grande forza. Non si tratta di cambiare chi sei, ma di imparare ad accoglierti con delicatezza.
Se vuoi approfondire davvero cosa significhi essere ipersensibili e capire come questa caratteristica possa diventare una risorsa, ti consiglio questo video del dott. Valerio Rosso, in cui mi sono ritrovata completamente.
Guarda e scopri anche tu la forza nascosta della tua sensibilità.







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